Attenzione alle farfalle nella pasta: ecco come risolvere il problema

La stragrande maggioranza della pasta che viene prodotta nel nostro paese fa parte della variante “secca”, che viene sviluppata e confezionata in modo tale da poter essere cucinata anche a distanza di mesi dalla produzione in quanto molto povera di acqua. La pasta di questo tipo, che per l’appunto è la più comune, necessita infatti della cottura tramite bollitura per essere consumata, in tutti i casi risulta essere necessaria una adeguata conservazione, così da preservare le proprietà dell’alimento, ma anche per allontanare il pericolo parassiti, come le “farfalline della pasta”, che sono decisamente comuni, se si presentano le condizioni ambientali adatte.

Ma cosa sono, e come risolvere il problema?

Ecco la risposta.

Farfalle nella pasta: cosa sono, come evitarle

Farfalle nella pasta

Chiamate per l’appunto “farfalline della pasta”, fanno parte di una specie di insetti che trova il nome di tignola ma che può essere ancora nota come Tarma della pasta, piccoli animali che tendono a nutrirsi ma anche riprodursi e quindi sviluppare la propria prole in corrispondenza del cibo di origine farinacea, quindi pasta ma anche pane e qualsiasi prodotto simile.

Queste “tarme” sono qualcosa di comune e si presentano in caso di non corretta forma di conservazione della pasta, ad esempio se le confezioni non sono chiuse ermeticamente e se il cibo risulta essere esposto ad umidità e limitata circolazion d’aria, condizione a dir poco favorevole per questi animali.

La tignola può deporre singolarmente diverse centinaia di uova proprio sulla pasta, se nelle condizioni giuste, uova che inizialmente sono quasi invisibili ma che nel giro di poche settimane tendono a schiudersi, sviluppando larve che poi diventano insetti adulti.

La loro proliferazione è considerabile qualcosa di inevitabile in caso di non adeugata conservazione ma anche se l’ambiente non è sufficienetemente pulito, non rappresentano un pericolo, le tignole non sono tossiche o dannose, e non mordono o sviluppano infezioni, però costituscono qualcosa di sgradevole concettualmente parlando.

Per ridurre al minimo la possibilità di “contagio” è sufficiente tenere sufficientemente arieggiata la dispensa dove viene conservata la pasta, evitando di conservarla per troppo a lungo (può essere anche utile spostare la pasta in contenitori ermetici), ed utilizzando in caso di necessità alcune spezie che sono particolarmente sgradite a queste farfalle della pasta.

Un esempio è costituito dall’alloro che funge da deterrente naturale, ma anche oli essenziali a base di sostanze altrettanto “odorose” come la citronella, lavanda e menta, se posti in luoghi non lontani da dove è presente la pasta possono fungere da “barriera naturale”.

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