Il pane costituisce da millenni interi una delle principali produzioni derivanti da prodotti farinacei, nello specifico nella forma più diffusa e comune che è quella lievitata, condizione possibile grazie alla presenza di un vero e proprio fungo, che rende possibile la tipica struttura ammorbidita che è solitamente la più apprezzata. Uno dei problemi principali del pane, così come quella di qualsiasi prodotto farinaceo è ovviamente la tipologia di conservazione, che rende difficile l’utilizzo a lungo mantenendo l’iniziale freschezza, ma grazie alle tecnologie come il sottovuoto, è sicuramente possibile “mettere in pausa” (o quasi) il naturale processo di degradazione che colpisce anche il pane.
Ma il pane sottovuoto mantiene le proprie caratteristiche nutrizionali oltre che fisiche, ossia di consistenza?
Ecco quali sono i “rischi” del pane sottovuoto.
Pane sottovuoto, è una buona idea? Ecco perchè (non) dovresti farlo
L’azione del sottovuoto, com’è nota, è concettualmente semplice, in quanto prevede la rimozione totale (o quasi) dell’aria contenuta all’interno di un particolare alimento, in quanto è proprio la presenza dell’aria a portare un graduale deperimento e degradazione della struttura del cibo stesso.
Il pane può sicuramente “passare” attraverso questo trattamento, però bisogna assolutamente optare per prodotti come sacchetti adatti alla conservazione di composti a base farinacea come il pane, va anche ricordato che in caso di farine particolarmente raffinate il processo del sottovuoto, che passa attraverso la pressione negativa sviluppata dalla macchina, può essere meno efficace, non nella conservazione ma nel riutilizzo, in quanto il pane potrebbe perdere parte della consistenza originale, e quindi anche risultare essere meno saporito poi riportato nelle condizioni di essere utilizzato.
Esistono sul mercato delle tipologie di sacchetti sottovuoto “testati” per il pane, che sono spesso l’unica soluzione effettivamente adatta per la conservazione nei lunghi periodi di questo prodotto, in caso contrario anche una corretta esposizione al processo che rimuove l’aria dal sacchetto potrebbe non essere efficace, e l’aria potrebbe di fatto “comparire” lo stesso, provocando dapprima un indurimento della struttura stessa, fino a produrre la muffa e quindi comportando l’inutilizzo del pane.
Molti preferiscono al contraro congelare il pane, che dal punto di vista conservativo ha un effetto meno “rischioso” anche se in entrambi i casi si tratta di processi indiscitubilmente “a tempo”, in quanto anche se non tutti ne sono effettivamente a conosceenza, il sottovuoto, così come il congelamento non fanno altro che ritaradare il processo di “invecchiamento” di qualsiasi tipo di alimento, e non possono praticamente mai arrestarlo al 100 %.