La pasta è sicuramente l’elemento che corrisponde al compendio alimentare di maggior successo delle culture occidentali, in particolare quella italiana che si “rivede” tantissimo nella duttilità e varietà tipiche che questa generica definizione conferisce ad un prodotto così legato alla nostra cultura. Per ben oltre la metà della popolazione del “Bel Paese”, la pasta è lo standard, a pranzo ma in molti casi anche a cena, facendo parte della dieta di decine di milioni di persone, solo contando il nostro paese. Anche la tradizionale pasta non è sfuggita agli effetti sulla salute per le oramai sempre più diversificate tipologie di regimi alimentari, ma anche quelli improntati al non aumento di peso. Nonostante ciò molti sono ancora soliti limitare il consumo di pasta perchè fa ingrassare.
Ma è vero?
Quale pasta invece risulta essere adatta a chi è maggiormente intenzionato a non prendere peso?
In realtà tutti i nutrizionisti sono concordi sul un semplice fatto: la pasta in linea di massima, non è un alimento che incide così tanto sul peso corporeo. Questo probabilmente a causa dei regimi alimentari associati anche culturalmente al consumo intenso di pasta e dal tipo di preparazione.
La maggior parte della struttura costituente della pasta è fornita da carboidrati e proteine, condizione che è accompagnata da una buona quantità di sali minerali che sono tutti molto importanti per garantire una certa “base” alimentare.
Rinunciare alla pasta non è quasi mai una buona idea, salvo indicazioni specifiche da parte del nutrizionista, ciò che spesso deve cambiare è la frequenza di consumo e soprattutto dal tipo di condimenti relativi, infatti spesso sono proprio le porzioni abbondanti, il tipo di cottura ed altri fattori.
Ma quale pasta “non fa ingrassare”? Non esiste, come visto, una forma effettiva di pasta più o meno ingrassante, però è sicuramente vero che attraverso una cottura meno “aggressiva”, è possibile diminuire l’incidenza sul peso corporeo, per l’appunto cucinando la pasta “al dente”.
Una cottura non eccessiva infatti permette agli amidi presenti nella pasta di non influenzare troppo il peso corporeo.
Inoltre va presa in considerazione la pasta integrale che non è meno calorica, ma gode di un potere saziante maggiore anche grazie al maggior contenuto di fibre, inoltre il processo più lento di assimilazione da parte dell’organismo consente di immagazzinare meno zuccheri complessi dalla pasta.
Conta quindi molto “cosa mangiamo” assieme alla pasta oltre al tipo di cottura.
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