Salute

Mangiare piccioni: pazzesco, ecco cosa potrebbe accadere

Il piccione, o colombo, è un volatile che fa parte della grande famiglia dei Colombidi. Dalla molteplicità selvatica provengono tutte le tipologie di piccioni che volano nelle nostre città.

Oggi vedremo mangiare questo uccello cosa ci comporta a livello nutrizionale. La carne del piccione, sia agreste sia domestico, è perfetta al consumo ed è contraddistinta da una colorazione scura e da un gusto intenso.

Quella del colombo domestico, di allevamento, è ritenuta tanto preziosa. A seconda delle due tipologie la sua carne è tanto più gustosa quanto più l’uccello è giovane.

Mangiare piccioni: pazzesco, ecco cosa potrebbe accadere


La cosa migliore per il consumo alimentare umano è il piccione di 3-6 mesi, appena arrivato cioè alla crescita completa, in quanto la carne par essere più gustosa e tenera. Fra le classificazioni più risapute ci sono i piccioni messaggeri perfetti nel muoversi anche 800 km al giorno alla velocità di 80 km orari, e celebri per la squisitezza delle carni.

Tanti i miti e le dicerie nate attorno al piccione, diverse anche alquanto ingiustificate e sempre basate sul suo ipotetico potere eccitante. Difatti, un tempo si pensava, per esempio, che le femmine di piccione possedessero tanta agitazione sessuale da accoppiarsi fra loro in carenza di maschi, cosicché mangiare carne di piccione era garanzia sicura di fermentazione amorosa.

Vediamo ora i valori nutrizionali, da questo punto di vista la carne è contraddistinta da un accresciuto contenuto proteico e da un delimitato apporto di lipidi. È per di più caratterizzata da elevate quantità di ferro, fosforo e potassio, importantissimo per un giusto meccanismo del cuore e dei muscoli e per la trasmissione delle spinte nervose, nonché da riguardose misure di vitamine del gruppo B.

Siccome tale tipologia di carne non è molto magra, come sappiamo bene le carni magre racchiudono al massimo 5 g di lipidi ogni 100 grammi di carne cruda, mentre quelle grasse ne contengono in quantità superiori, da 5 a 40 g: 100 g di piccione crudo ne contengono 7,5 g, quella di piccione può risultare di difficoltosa assimilazione e ne è di conseguenza controindicato il consumo a chi pena di disturbi a carico dell’apparato digerente. Nel caso si peni di problemi a carico del sistema cardiovascolare, è meglio per di più limitare il consumo di tale classificazione di carne a poche volte e a quantità minori.

Per individuare un esemplare di qualità bisogna scrutare specialmente la pelle, che deve essere liscia, ben tesa e senza rigature. La cosa importante, infine, è cucinarlo a lungo, fino a far scomparire ogni minima traccia di sangue.

Cinzia Arienzo

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