Salute

Cosa accade a chi mangia pasta cruda? Ecco la risposta

Pochi elementi sono così ricorrenti nella cultura mediterranea, in particolare quella italiana come la pasta, che è molto di più del principale piatto da servire e consumare, ma fa parte dell’identità occidentale, essendo diffusissima in tantissime forme e preparazioni anche oltreceano, restando nel contesto della pasta di grano duro, che è quella più comune. La pasta viene tradizionalmente sviluppata attraverso la lavorazione dei cereali, in un procedimento che pur essendosi industrializzato resta comunque relativamente semplice: per  cucinarla quasi sempre si fa ricorso alla bollitura, ma alcune persone privilegiano una cottura molto più blanda oppure la mangiano direttamente cruda, pratica non così comune ma neanche così rara come si può pensare.

Ma quali sono gli effetti sulla salute da parte di chi mangia la pasta cruda?

Ecco quelli maggiormente rilevanti.

Mangiare pasta cruda: quali sono gli effetti sulla salute?

La maggior parte della pasta prodotta e consumata in Italia risulta essere come anticipato, del tipo di grano duro, che corrisponde alla variante “secca” che si trova generalmente in condizioni “sicure” di consumo, e può essere conservata a lungo proprio in virtù di una presenza molto ridotta di umidità.

In generale la pasta cruda in quantità ridotte non causa effetti particolari, e paradossalmente ha un potere saziante non così inferiore rispetto a quella cotta, però possono presentarsi problematiche di tipo digestivo, a causa dell’apporto di amido che permane sulla superficie della pasta (e che normalmente viene “lavato via” almeno parzialmente dalla cottura), che può essere difficile da digerire.

Inoltre la bollitura elimina la quasi totalità di batteri ed altri microrganismi che anche durante la produzione possono “invadere” la pasta, quindi il consumo crudo espone ad eventuali contagi batterici oppure virus che possono essere di natura intestinale, e provocare quindi la tipica intossicazione alimentare.

Gli effetti negativi in ogni caso non sono a lungo termine, ma durano pochi giorni, però un utilizzo costante e troppo frequente potrebbe portare una maggior difficoltà da parte degli enzimi dello stomaco a digerire la pasta cruda proprio perchè questa non viene concepita per essere consumata cruda.

Da evitare assolutamente invece il consumo di pasta fresca cruda, in quanto essendo presente umidità, questa può essere effettivamente facilmente contaminata da batteri ed altri agenti, inoltre se si tratta di pasta ripiena, il contenuto potrebbe essere decisamente indigesto e facilmente deperibile.

In linea di massima quindi non è qualcosa di così pericoloso ma che non dovrebbe diventare un’abitudine costante, come metodo alternativo al consumo di pasta cotta.

Vincenzo Galletta

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